sabato 5 marzo 2011

Pensando a Yara

Anch'io ho una figlia dell'età di Yara e, a volte, penso che poteva capitare anche a lei. Poteva esserci lei sui giornali al posto di Yara. E mi chiedo come avrei reagito ad un dolore tanto grande.
Calarsi nei panni degli altri è una delle cose più difficili ma il rispetto del dolore altrui è uno sport sempre meno praticato: come diceva il grande Faber, "il dolore degli altri è un dolore a metà".
Intanto, nelle varie situazioni abbiamo sempre i soliti noti che, facendo a gara nell'apparire nei vari talk-show, fanno a gara a chi la spara più grossa.
Sciacalli.
Per il dolore non c'è rispetto. Guardate quella faccia (a voi la scelta della definizione) del Giletti che si vede lontano un miglio che "nun me ne po' frega' de meno" come dicono A Roma... Bene fanno i genitori di Yara a trincerarsi a difesa della loro privacy. Basta con lo spettacolo del dolore per alzare l'auditel. Se proprio non riuscite a spegnere il televisore, almeno, cambiate canale.

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