sabato 16 luglio 2011

ICH BIN EIN ISLANDESE


I nostri meravigliosi mass-media (radio, TV e giornali, per l’esattezza), è ormai assodato, sono i maestri della menzogna. Bravi a travisare e ad occultare, guidati dall’interesse comune dei grandi gruppi che li finanziano e a cui fanno da cassa di risonanza, mentono su tutto. I loro fogli sono come quei salotti che, da bambino e da ragazzino, frequentavo alle feste delle mie (adorabili) ziette, a cui partecipavo di malavoglia e sbadigliando dove si parlava di tutto e di niente e dai quali ritornavo sapendone meno di prima. L’unica cosa piacevole che ancora oggi ricordo con un velo di malinconia, era la dolcezza e l’affetto dei miei zii, anche quella celata sotto un’apparente irreprensibilità comportamentale. Nei salotti cartacei dei giornali o in quelli virtuali che promanano dagli schermi TV, invece, solo noia e falsità.
Ci hanno quasi convinto che il debito è inevitabile e che la bancarotta è irreversibile. Siamo indebitati e lo saremo per sempre e sempre di più. Banca Mondiale e FMI, gli strozzini internazionali, vigilano sul debito che può solo aumentare…
Ma è proprio così? Il debito, su cui è fondata l’economia moderna, è irreversibile?
Gli islandesi hanno detto no. Rimando a questi due link per eventuali approfondimenti:
Se non ci fosse la rete di internet, non ne avremmo mai saputo niente della pacifica rivoluzione islandese. Sconcertante.
Avete ancora qualche dubbio che l’economia globale sia comandata da pochi gruppi economici senza scrupoli?
Siete ancora del parere che dobbiamo piegarci incondizionatamente al volere dei nostri politicanti da strapazzo?
Dopo i referendum un’altra Italia è possibile. La prossima tappa: via questa casta e via l’FMI, azzeramento del debito, un governo dal basso, dalla rete.
Scusatemi, stavo sognando. Non siamo in Islanda, siamo in Italia.
Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!”