mercoledì 16 marzo 2011

LA STORIA D'ITALIA SIAMO NOI.

La festa dell'Unità d'Italia non può non essere un momento di riflessione per tutti. Tralasciando le retoriche patriottarde o le insulse esibizioni leghiste, il paese esiste e c'é. Quello che non c'é è la verità storica perché, come sempre, quando la storia la scrivono i vincitori, se la scrivono motu proprio.
E sì, perché nessuno, nei discorsi ufficiali dice o, nemmeno lontanamente accenna, alla necessità di riscrivere i libri di storia dicendo come sono andate realmente le cose. Nessuno accenna all'annessione forzata del Regno di Napoli al Regno Sabaudo ed alla feroce repressione che ne seguì. Quando ero ragazzo di scuola media, già allora appassionato di storia - era il 1969 e ricordo come fosse ora il libro color marroncino con le scritte del titolo rosse bordate di bianco - mi entusiasmavo nel leggere gli avvenimenti del Risorgimento italiano. Alla fine, avevo l'idea che l'Unità fosse stata una rivolta di popolo, a cui il popolo, tutto, aveva partecipato con passione. Del brigantaggio un piccolo accenno, un paragrafetto così, due paroline dicendo che c'erano stati dei banditi che si chiamavano briganti e che furono combattuti dall'autorità del nuovo regno.
Ma già allora, mio padre mi parlava stranamente di "Piemontesi". Diceva sempre: "Qui arrivarono i Piemontesi, non gli Italiani". La per là non capivo bene cosa volesse dire ma col tempo l'ho capito appieno. Quel libro di storia era totalmente falso, scritto dai vincitori per scrivere la storia a loro esclusivo vantaggio.
Centoeotto anni non erano bastati per riscrivere la storia d'Italia. Ce ne sono voluti altri altri quarantadue e l'avvento, oggi, della Rete per cominciare a riscrivere la storia d'Italia anche dalla parte dei vinti.
Perché, si sa, i vinti hanno sempre torto e solo il tempo - ma non sempre, a volte - può render loro giustizia.
La vera storia d'Italia, siamo noi.

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