mercoledì 30 marzo 2011

CCHIU’ PROVINCE PPI TUTTI !!!




Le province italiane… queste sconosciute! E, sì… nessuno le conosce, ma loro crescono. Con una Legge del 2004,  sono state create altre tre province: Monza, Fermo e BAT (acronimo che rappresenta la provincia di Barletta, Andria e Trani.. cosa non si inventerebbero questi politici pur di prenderci per i fondelli…!!). Nel 2009 si sono tenute le prime elezioni per i relativi consigli provinciali che sono tuttora in carica
 Adesso le province italiane sono ben 110. Altro che sopprimerle! Queste crescono e il potere si parcellizza. Più province, più poltrone, più potere….in poche parole, CCHIU PROVINCE PPI TUTTI!
Sono passati due governicchi, uno, l’armata Brancaleone del centrosinistra e poi l’accozzaglia panleghista di Re Silvio I, ma le province sono ancora lì, vive e vegete.
Vi ricordate le roboanti dichiarazioni di Silvio I in campagna elettorale? “Aboliremo le province”. E vi ricordate la pagliacciata delle province parzialmente abolite, tra cui c’era Crotone? Subito rientrate per non dispiacere alla Lega e alle province colpite dall’intento abolitorio! E sì, perché, come ben si sa, l’italiano è un popolo scaltro: va bene l’astinenza, l’austerità, i sacrifici. Tutto Ok. Basta che a farli, sia il vicino di casa. L’orto mio, non si tocca!
E così, i nostri beneamati politici, continuano, trasversalmente, a prenderci per i fondelli!
Ma si sa, l’italiano è un popolo scaltro… è sempre l’altro, il solito fesso che paga per tutti….

venerdì 25 marzo 2011

GIUDA ITALIANUM EST

Se qualcuno ancora avesse dubbi, beh!, ora non li ha più. Non fate alleanze con un paese che si chiama Italia, tanto, non valgono. Il nostro Grande Silvio I è l'emblema di questo paese: quello che dice oggi, domani - ma che dico! tra un'ora - sarà smentito dai fatti. Il povero colonnello libico era convinto che l'Italia non avrebbe mai permesso l'uso delle sue basi contro di lui, così come previsto dall'accordo firmato e ratificato dal Parlamento bipartisan (compeso l'opposizione che non c'è).
Illusion dolce chimera se tu.....
E intanto attenti: se siete sdraiati comodamente sulla vostra poltrona o nella vostra automobile, e magari siete anche in dolce compagnia, e, fra un sospiro e una discussione vi capita di vedere una stella cadente, beh!...smettetela di guardare sdolcinati il cielo e cominciate a correre! Potrebbe essere il colonnello che si ricorda del fedele alleato che, per pure ragioni umanitarie (ma non si sa per quale umanità!), ha cambiato idea.
Auguri!

domenica 20 marzo 2011

GLI SPECCHI NUCLEARI E I BRONZI DI RIACE.

da www.beppegrillo.it

Guartateli, questi poveri nuclearisti nell'era del post-tusnami giapponese! Sono riconoscibili dalle facce bronzee simili a quelle dei bronzi di Riace dei quali cercano, invano, di imitare le mitiche fattezze. Con malcelato fastidio, sono dediti a respingere sdegnosamente chiunque osi mettere in dubbio le loro ataviche certezze sul nuclearismo buono, quello di quarta e quinta e sesta e ecc. ecc. generazione.... Sono così convinti che continuano ad arrampicarsi sugli specchi nucleari e, mentre scivolano lentamente ed inesorabilmente ritornando al punto di partenza, biascicano nuove teorie interventiste inventate la' per la'. In questo sono maestri e, quando proprio si sentono chiusi all'angolo, enunciano variegate pause di riflessione in attesa di tempi migliori.
Grama la vita per i maghi nuclearisti: ogni volta che si prospetta un referendum (la bestia più odiata), succede una catastrofe!  Accadde così ai tempi di Chernobyl, e (purtroppo!) è accaduto anche oggi alla vigilia di un referendum di cui erano quasi sicuri che non avrebbe mai raggiunto il Santo Quorum!
Mi sa che 'sti nuclearisti so un po' portasfiga...
Alla prossima raccolta di firme antinucleari, mentre firmo, me tocco!

sabato 19 marzo 2011

No, Beppe, questa volta non ti seguo.

E no, caro Grillo, stavolta non ti seguo. Posso condividere, come osservazione, che sarebbe stato giusto che De Magistris rimanesse Palamentare Europeo per un principio di coerenza avendoci chiesto il voto per andare lì e fare il parlamentare europe. Ma De Magistris non ha scelto di candidarsi come sindaco a Salemi, come Sgarbi. Ha deciso di candidarsi a Sindaco di NAPOLI. E' una decisione importantissima. De Magistris è l'ultima speranza per quella martoriata città, di rialzare la testa. Solo con una candidatura forte della società civile si possono sconfiggere i loschi traffici trasversali che stanno uccidendo Napoli. Non mi sembra il caso di opporsi in maniera così smaccata, così netta. Una cosa è non condividere una scelta, una cosa è distruggere una persona solo perché non sei d'accordo. Hai chiesto ai ragazzi del 5 stelle di Napoli cosa ne pensano e soprattutto cosa ne pensavano prima del tuo intervento sul blog? Non credo che sarebbero stati tanto in disaccordo, anzi. De Magistris può portare avanti proprio quelle idee che tanto stanno a cuore al movimento. Infatti lo scopo del movimento è quello di cambiare la politica e di portare idee nuove per una nuova rinascita. E quale nome migliore a Napoli, di De Magistris.
Senza contare che questi "duelli" che rimbalzano sui giornali di regime, non fanno bene a nessuno. Infatti, Repubblica.it, che puntualmente ignora sia Grillo che De Magistris, ha subito messo in primo piano, nella HP, la risposta di De Magistris sottolineando che si trattava di una risposta "al vetriolo".
Pensa, per esempio, a Sonia Alfano Sindaco di Palermo o Presidente della Regione Sicilia al posto di Lombardo! Sarebbe straordinario. Un grande segnale di cambiamento epocale. E se Sonia decidesse di lasciare il Parlamento Europeo per tentare la candidatura a Palermo, cosa faresti? Mettereti alla gogna anche lei?
No, Beppe, questa volta non ti seguo

mercoledì 16 marzo 2011

LA STORIA D'ITALIA SIAMO NOI.

La festa dell'Unità d'Italia non può non essere un momento di riflessione per tutti. Tralasciando le retoriche patriottarde o le insulse esibizioni leghiste, il paese esiste e c'é. Quello che non c'é è la verità storica perché, come sempre, quando la storia la scrivono i vincitori, se la scrivono motu proprio.
E sì, perché nessuno, nei discorsi ufficiali dice o, nemmeno lontanamente accenna, alla necessità di riscrivere i libri di storia dicendo come sono andate realmente le cose. Nessuno accenna all'annessione forzata del Regno di Napoli al Regno Sabaudo ed alla feroce repressione che ne seguì. Quando ero ragazzo di scuola media, già allora appassionato di storia - era il 1969 e ricordo come fosse ora il libro color marroncino con le scritte del titolo rosse bordate di bianco - mi entusiasmavo nel leggere gli avvenimenti del Risorgimento italiano. Alla fine, avevo l'idea che l'Unità fosse stata una rivolta di popolo, a cui il popolo, tutto, aveva partecipato con passione. Del brigantaggio un piccolo accenno, un paragrafetto così, due paroline dicendo che c'erano stati dei banditi che si chiamavano briganti e che furono combattuti dall'autorità del nuovo regno.
Ma già allora, mio padre mi parlava stranamente di "Piemontesi". Diceva sempre: "Qui arrivarono i Piemontesi, non gli Italiani". La per là non capivo bene cosa volesse dire ma col tempo l'ho capito appieno. Quel libro di storia era totalmente falso, scritto dai vincitori per scrivere la storia a loro esclusivo vantaggio.
Centoeotto anni non erano bastati per riscrivere la storia d'Italia. Ce ne sono voluti altri altri quarantadue e l'avvento, oggi, della Rete per cominciare a riscrivere la storia d'Italia anche dalla parte dei vinti.
Perché, si sa, i vinti hanno sempre torto e solo il tempo - ma non sempre, a volte - può render loro giustizia.
La vera storia d'Italia, siamo noi.

lunedì 14 marzo 2011

NIPPON BANZAI

Viva il Giappone.
In questi momenti tragici per il popolo giapponese e per l'umanità tutta, bisognerebbe tacere ed eventualmente (per chi ci crede) pregare. Io mi limito a dire  NIPPON BANZAI. Forza fratelli giappponesi. Ripartite e date, per l'ennesima volta, una lezione di grande dignità come solo voi sapete fare. Date una lezione di dignità
a tutti questi sciacalli sproloquianti della politica italiana, a questi vacui parolai la
cui prima preoccupazione è stata quella di minimizzare l'incidente nucleare per
paura di perdere soldi e referendum. Sciacalli.
Il dignitoso popolo giapponese, come dignitosamente si è preso i rischi, ora,
dignitosamente lavorerà per ricostruire il suo paese. Con poche chiacchiere ma
con molti fatti e tanti eroismi quotidiani. Invece di sporoloquiare, andate a leggervi i reportage, leggete i tanti atti di eroismo, la grande organizzazione, il grande autocontrollo.
Grazie Giappone, per l'ennesima lezione.

sabato 12 marzo 2011

(IN)CIVILE AMERICA

L'(in)civile America non si arrende e continua nella sua sete di vendetta. Nel paese dove anche i colpi di Stato sono democratici e legali (leggi J.F. Kennedy), anche la vendetta è democratica: essa si consuma con una democratica puntura che, ci assicurano, fa morire il condannato in quattro democratici minuti e senza alcun antidemocratico e fascista dolore. Il malcapitato va democraticamente all'altro mondo, alla presenza di qualche democratico testimone ma senza l'antidemocratica e comunista (e, aggiungerei, stalinista) presenza della madre che potrebbe turbare la democraticissima cerimonia di soppressione fisica.
Non si tratta di morte, attenti, ma solo di necessaria ed ineluttabile ed inevitabile "soppressione fisica", onde impedire al condannato di far del male nel futuro prossimo, magari dopo essere riuscito in una roccambolesca (ma antidemocratica) evasione.
L'ergastolo? No, costa troppo ai contribuenti Americani, mentre una democraticissima esecuzione è rapida e molto economica. Vuoi mettere che il condannato magari ti campa 90 anni? Lo sai quanto costa al contribuente? Invece, zac!, cioé, Pic! (indolor), e, con quattro soldi, giustizia é fatta!
Se poi, per caso, qualche innocente ci scappa, che vuoi che importi, magari gli daranno una medaglia alla memoria ed alla vedova un ricco indennizzo: tanto, in America si compra tutto, anche il dolore....
Si, perché la (in)civile America, che vuole dare lezioni a tutto il mondo di democrazia, di sviluppo e di diritti umani e via dicendo, non può rinunciare a un bel pò di voti che, la pena di morte, assicura ai vari Governatori e Procuratori.
Ora che hanno vinto la Guerra Fredda contro gli odiosi Sovietici, chi li tiene più, questi Americani!!! Ora cercano disperatamente un altro nemico e non si lasciano sfuggire nessuna opportunità: prima Gheddafi, poi l'estremismo Islamico, poi Saddam Hussein, poi Milosevic, ora Bin Laden.....
Speriamo che i, simpaticoni degli (in)civili Americani (p.s. fate ben attenzione a mettere la "A" anziché la "a", potreste essere tacciati di antiamericanismo) non accusino anche noi di collusione con al-Qaida altrimenti potrebbero decidere di mostrare i muscoli e di inviare una "New Enola Gay" magari su Benevento o Pordenone...!!!
Questa povera Italia, al centro del Mediterraneo e al confine dell'allora "cortina di ferro", è stato al centro di una dilaniante guerra economica tra due sistemi dittatoriali: il comunismo sovietico, dove il padrone era il Partito, ed il capitalismo americano, dove il padrone era, ed è, il più ricco. Tra i due, non saprei dire quale è stato il più bugiardo ed il più meschino. Per anni ed anni ci hanno reciprocamente turlupinato con false ideologie diverse nei modi, ma pari nei contenuti. Il solo scopo era quello di garantire la sopravvivenza del proprio sistema a danno degli altri, amici o nemici che fossero.
Oggi, con la fine della guerra fredda, forse possiamo ragionare con più attenzione e con più chiarezza, e, la vera faccia dell'(in)civile America, le sue spaventose contraddizioni, i suoi sprechi e le sue risorse, possono essere, finamente, guardate con occhio critico ed indipendente.

GRAZIE PEUGEOT

Che carina la nostra Peugeot 107! Sembra di essere su una 500 solo un po’ più grande: sobria, quasi spartana, piccola e raccolta, con quella forma ad uovo che sa tanto retro’. Ho volutamente scelto la versione base che ha di serie solo il condizionatore  e il servosterzo (che ormai lo mettono anche sulle "apiceddre"), evitando tutti quegli accessori che sembravano irrinunciabili: chiusura centralizzata (figurasi su una 4 porte!), alzacristalli elettrici, e altre diavolerie che poi fanno lievitare il prezzo al punto che ti chiedi: ma ho comprato una city car o un city TIR ! Ora mi sono così abituato al non presenza di tutti ‘sti inutiloptional che non ci faccio più caso: le mie mani si dirigono serenamente verso i pulsanti di chiusura delle porte e agitano con maestria le manovelle alzacristalli.
Morale: come diceva la mimamma: “l’uomo è animale d’abitudine”. Ci si abitua a tutto pur di sopravvivere, figurati alla mancanza degli alzacristalli elettrici! Grazie, 107, che mi riporti, ad un rapporto più umano col mezzo meccanico il cui compito, ricordiamoci, è e resta quello di trasportarci da una parte all’altra alla bisogna. Essenziale, spartana, raccolta, come le utilitarie del boom degli anni ’60, mi fa sentire più umano, meno robot. Non carichiamo più le autovetture di significati esoterici. Non è un prolungamento del nostro essere, dei nostri arti e della nostra mente: è solo una carriola col motore!

ASPETTA, ASPETTA, QUANNU CULA RA MACHINETTA

Aspetta, aspetta, quando la macchinetta del caffé comincia a colare.... vecchio adagio tutt'ora valido, come tutti i proverbi antichi, nati dalla saggezza popolare e dagli eventi quotidiani che si ripetono di generazione in generazione.
C'é sempre qualcosa o qualcuno da aspettare che non arriva mai.
La moglie che ancora è alla cassa, la figlia che non ha finito di truccarsi, l'altro figlio che non ha finito di chattare, l'altro ancora che non ha finito di vedere il cartone preferito, il collega che non ha finito di spiegarti come ha messo a posto il capufficio, il capufficio che non ha finito di spiegarti come ha messo a posto il tuo collega, il cliente che non ha finito di spiegarti che "questo è uno schifo", la nonna che non ha finito di spiegarti che "questa dentiera andrebbe cambiata", l'autobus, che quell'unica cazzo di volta che ti sei deciso a prendere l'autobus, è bloccato dal traffico, l'impiegato postale che, quando è arrivato il tuo turno decide di mettersi in pausa perché "è un suo diritto sancito dal contratto", l'automobilista che, finalmente, decide di uscire dal parcheggio dove tu, dopo mezz'ora di giri, hai pensato di fermarti e che, improvvisamente, gli squilla il telefonino, il tuo PC che, mentre premi il pulsante per inviare online la tua domanda di trasferimento risponde "attendere prego"....
Scusi, mondo, si può fermare un attimo che scendo e aspetto di là!?

SE IO FOSSI UN GIUDICE

Poveri giudici... Se io fossi un giudice, cadrei in uno stato di profonda prostrazione psicologica e fisica. Possibile che tutti mi evitino e nessuno si voglia fare processare? Ma che c'ho fatto di male?
Dico io, ogni tanto, un processino, anche piccolo, piccolo, veloce, me lo fate fare????

sabato 5 marzo 2011

Viva la pappa col pomodoro!

Mentre posto qualcosa su questo umile blog, sto ascoltando Paolo Conte. Un'altro Grande cantautore italiano... Pochi, come lui, sanno creare un'atmosfera così distensiva che ti accompagna e ti stimola alla creatività. La stessa senzazione se guardi un bel quadro: l'artista trasmette emozione, e Paolo è un Grande Artista.
E mentre l'ascolto non posso fare a meno di domandarmi come sia possibile che un Grande Paese come l'Italia, capace di creare così grandi artisti, sia sprofondato nell'oblio in cui è sprofondato.
Possibile che non riesca a risollevarsi? Possibile che dobbiamo continuare ad essere rappresentati da Bossi&Berluska o da Fassino&Dalema?
Ma il meglio di noi, che fine ha fatto? Perché si nasconde?
Negli anni '60 (il giornalino di Gian Burrrasca - viva la pappa col pomodoro) Rita Pavone cantava "la storia ci ha insegnato che il popolo affamato fa la rivoluzion..."
Vedi Tunisia, Algeria, Egitto... ma non Italia!
La sera di Sabato le pizzerie i pub ed i ristoranti sono pieni. Non c'é fame.
Ci sono famiglie che non arrivano a fine mese, ci sono pensionati che rovistano nella spazzatura perché il 10 del mese non hanno più soldi per fare la spesa.
Ma il sabato.....

Sandra Pizzarello, cervello in fuga.

Settantotto anni, per 15 lontano dagli studi e dal lavoro per dedicarsi a fare la mamma, poi rientrata a pieno ritmo, oggi pone all'attenzione del mondo la sua teoria sulla vita sulla terra che, sostiene, è venuta dalle meteoriti.
Leggete questo link:
http://www.televideo.rai.it/televideo/pub/articolo.jsp?id=8625
E' una marziana? No. Seplicemente una Italiana in fuga. In fuga verso l'America, quarant'anni fa, dopo quindici anni dedicati ai figli.
In Italia, se fai la mamma, hai chiuso. Anzi, sono gli altri che chiudono. Le porte in faccia.
In Italia, fare la mamma vuol dire che sei lavativa e non vuoi lavorare. Morale della favola. Resta a casa a fare la calzetta.
In America le madri coraggio sono anche questo: un po' mamma, un po' scienziata.
Grazie Sandra.

Pensando a Yara

Anch'io ho una figlia dell'età di Yara e, a volte, penso che poteva capitare anche a lei. Poteva esserci lei sui giornali al posto di Yara. E mi chiedo come avrei reagito ad un dolore tanto grande.
Calarsi nei panni degli altri è una delle cose più difficili ma il rispetto del dolore altrui è uno sport sempre meno praticato: come diceva il grande Faber, "il dolore degli altri è un dolore a metà".
Intanto, nelle varie situazioni abbiamo sempre i soliti noti che, facendo a gara nell'apparire nei vari talk-show, fanno a gara a chi la spara più grossa.
Sciacalli.
Per il dolore non c'è rispetto. Guardate quella faccia (a voi la scelta della definizione) del Giletti che si vede lontano un miglio che "nun me ne po' frega' de meno" come dicono A Roma... Bene fanno i genitori di Yara a trincerarsi a difesa della loro privacy. Basta con lo spettacolo del dolore per alzare l'auditel. Se proprio non riuscite a spegnere il televisore, almeno, cambiate canale.

PRONTI, PARTENZA, VIA!

Eccomi. Mi butto anch'io nel mare procelloso del web 2.0! Ci provo. Con umiltà e senza grilli per la testa ma per il solo piacere di scrivere e di condividere con altri i miei scritti. Ho sempre avuto, sin da ragazzo, la passione di scrivere. Nella prima adolescenza, chiuso a riccio in un atteggiamento a volte quasi rinunciatario, nascosi, a me e agli altri, questa capacità. Merito di mia madre e della sua insistenza, quando, pigro adolescente, sbruffavo alle sue insistenze mentre lei quasi mi costringeva ad imparare ad usare la macchina da scrivere. La ricordo ancora come se fosse oggi. Una Olivetti (a proposito, che fine hai fatto, cara ed onorata ditta) a doppio carrello con cui, poi, mi guadagnai il pane quando i miei partirono per l'ultimo viaggio. Tra uno sbruffo e l'altro, cominciai a prenderci gusto e provavo una grande gioia a scrivere quello che mi passava per la testa, proprio come sto facendo ora. Imparai presto e diventai abbastanza veloce: era stupendo vedere i pensieri che prendevano forma e si stampavano sulla carta velina, leggera e flebile come una sinapsi che pulsava spingendo sempre più veloce le dita sulla tastiera. Un filo sottile collegava la mente al foglio che si animava e trasformava in segno indelebile la vacua fumosità dei penseri che, come onde disordinate, si accalcavano nella mente: la magia dello scritto, metteva ordine in essi tracimando nelle braccia, nelle dita per posarsi sul foglio. Purtroppo, nel tempo, questa passione non l'ho coltivata  - sarebbe troppo lungo e tedioso parlarne - ed oggi provo a riscoprirla.
Ringrazio mio figlio Gianpiero che ha insistito tantissimo perché questo blog - o tentativo di blog - nascesse. Senza la sua caparbietà non ci avrei nemmeno provato.
Ho deciso di chiamarlo "Ostinato e contrario", così come cantava Faber (il grande Fabrizio De André), che resta - per noi, che non abbiamo false luci cui ispirarci, ma solo la nostra coscienza a cui rispondere, e che continuiamo a viaggiare "in direzione ostinata e contraria" - la nostra musa ispiratrice. A te, Faber, dedico questo mio piccolo ed umile viaggiare del mio pensiero nell'oceano del Web.