sabato 7 maggio 2011

LE NUVOLE YANKEE


  Vanno… vengono…, ogni tanto si fermano e, quando si fermano, sono nere come il corvo,
sembra che ti guardano con malocchio.
Vengono… vanno… ritornano, e magari si fermano tanti giorni che non vedi più il sole e le stelle,
e ti sembra di non conoscere più il posto dove stai (F. De Andrè – Le Nuovle).

 Gli americani sono ormai come le nuvole. Vanno, vengono, si fermano e fanno i loro comodi. In poche parole: spadroneggiano. Da quando hanno vinto la Guerra Fredda con l’U.R.S.S., il mondo è casa loro. In special modo sotto la sciagurata presidenza di dabbliù cespuglio, con la scusa dell’11 settembre, hanno invaso dove gli pareva. Ora, per uccidere Bin Laden, sono entrati in Pakistan come se fossero in California e non in un altro Stato sovrano. Noi Italiani, del resto, ci siamo abituati. Vicenza ha subito la più devastante alluvione della sua storia grazie ai lavori dell’allargamento della base Dal Molin, ma nessun politico si permesso di sollevare il problema, neanche lontanamente, neanche per sbaglio: guai a disturbare le Nuvole Yankee.
Nei Balcani sono venuti in soccorso dei serbo-bosnicaci e poi dei kosovari e, proprio in Kosovo, hanno piazzato una megabase militare galattica dove tutto ciò che avviene è segreto assoluto: guai a disturbare le Nuvole Yankee.
“Soltanto una cittadinanza vigile ed informata puo’ costringere l’enorme macchinario industriale e militare della difesa ad integrarsi adeguatamente con i nostri metodi ed obiettivi pacifici, in modo tale che sicurezza e liberta’ possano prosperare insieme.
Lo diceva il Grande Ike Eisenhower nel suo discorso di congedo nel gennaio 1961. Aveva visto bene e lontano come solo i grandi statisti sanno vedere. Una cittadinanza tutt’altro che vigile e falsamente informata, cinquant’anni dopo quelle straordinarie parole, guarda con rassegnazione e scarsa partecipazione, l’evolversi di un sistema integrato dove multinazionali senza scrupoli e industria militare senza freni stanno stringendo il mondo in una morsa d’acciaio dalla quale difficilmente si libererà. Come finirà? L’unica speranza che ci resta e la rete di internet, dove ancora qualche voce libera circola. Non quella di Assange e dei suoi ininfluenti dispacci, ma quella di milioni di persone (le rivolte nordafricane insegnano) che riescono a parlare tra loro scavalcando confini e censure.
Buona fortuna, Web, e attento a non disturbare le Nuvole Yankee.

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