martedì 6 settembre 2011

REGIONI, COMUNI E PROVINCE: RIDIMENSIONIAMOLI.


Si fa un gran parlare di abolizione delle province ma, detta così, senza una riflessione, l'affermazione rischia di diventare demagogica e populista (come è di moda etichettare ciò che non piace).
Sicuramente le province hanno diverse competenze, ma non si può negare che tutto possa passare alle Regioni con una riorganizzazione degli stessi servizi. Quello che è importante e che bisogna specificare, è che vanno abolite le Province come ente politico, con annessi presidenti assessori ecc., in quanto l'ente politico diventa una sovrapposizione all'Ente Regione che già esiste sullo stesso territorio. Quindi, o via l'uno o via l'altro. Dato che si è già scelto, nella stesura della Costituzione, il modello regionale, quindi via le province. Ma attenzione. La provincia non è solo un ente politico ma - importantissimo - una circoscrizione puramente amministrativa di grande importanza. Ogni ufficio che si rispetti ha la sua Direzione Regionale e le sue Direzioni Provinciali e i rispettivi uffici decentrati nell'ambito dei comprensori più importanti. E' il caso, ad esempio, dell'Agenzia delle Entrate e del Territorio, delle Questure, delle Ragionerie Provinciali dello Stato, ecc. E' quindi necessario, quando si parla di abolire l'ente politico Provincia (che è una sanguisuga inutile), di pensare, contestualmente, ad una riorganizzazione territoriale della Provincia-circoscrizione amministrativa, ridisegnandole e accorpando quelle inutili create ad arte, al tempo, per far sorgere poltrone varie. Non mi dilungo nei dettagli tecnici, ma ci sono province molto piccole che, sempre dal punto di vista amministrativo, vanno eliminate e con esse, la duplicazione inutile delle varie Direzioni Provinciali.
Stesso dicasi per i comuni troppo piccoli. Onore ai tanti sindaci ed assessori che spesso lavorano in condizioni disagiate e quasi gratis. Ma anche lì va ridisegnata la mappa amministrativa formando dei comprensori che uniscano insieme i comuni piccoli, che, pur mantenendo la loro identità amministrativa, vengano gestiti da un unico ente politico che, come ho detto prima, potrebbe essere il comprensorio con il relativo sindaco e la relativa giunta comprensoriale.
E, per finire, ciliegina sulla torta: non credete che venti regioni siano un po' troppe e troppi venti "Governatori"? Bene, riduciamo a quattordici le regioni: uniamo il triveneto, il Piemonte e la val d'aosta, le Marche e l'Umbria, l'Abruzzo e il Molise, la Calabria e la Lucania e voilà, un bel taglio a tutte queste Giunte e consigli regionali inutili. E sopratutto, abolizione dello Statuto Speciale. Tutte le regioni sono uguali!
Utopia? Crederci non è un utopia ma una speranza.

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