lunedì 6 giugno 2011

I CERCHIOBOTTISTI DELLE BANDIERE BIANCOROSSE


No, non si tratta dei tifosi del Vicenza o del Rende. Nemmeno di quelli della Triestina (quelli delle sagome di cartone….). Parlo del partito nato dalla fusione della ex sinistra DC e dell’ex destra DS, oggi, con esagerato ottimismo - che sfiora la voluttà – Partito Democratico che, per idea e speranze (mal riposte) di Walter Veltroni e Romano Prodi, avrebbe dovuto essere di ispirazione Clintoniana. Ma se, come dice il vecchio proverbio “A volte due cattivi fanno un buono”, questa volta due non proprio cattivi, ma neanche tanto buoni, hanno fatto un pessimo. Un pessimo partito che non sa da che parte stare. Dice di essere di sinistra, ma fa la corte ai centristi e fa affari con Re Silvio I. Dice di essere progressista e appoggia il ritorno al nucleare (Bersani minindustria docet) per poi fare inversione ad U. Non muove un dito per raccogliere le firme per il legittimo impedimento (grazie IdV!) ed ora salta sul carro dei (al momento solo moralmente) vincitori (nella speranza che col raggiungimento del quorum siano anche vincitori effettivi). Dice si all’acqua pubblica, ed i suoi amministratori locali hanno fatto affari con le acque private (senza contare che fu il Governo Prodi a dar manforte alla privatizzazione dell’acqua).
Insomma, un po’ di qua’ e un po’ di la’, come va il vento. Il partito banderuola, sempre sulla cresta dell’ondivago, ora alla caccia di voti moderati, ora a caccia di voti riformisti. Il risultato, fino ad oggi, è una lenta e costante emorragia di voti, come l’epistassi di cui soffrivo da adolescente e che segnò le mie giornate fino alla maturità.
 Non ci resta che sperare che il PD, con la maturità (se mai ci arriverà) riesca a fare una scelta chiara e precisa finendola col giochino di dare un colpo al cerchio e uno alla botte per stare in mezzo al guado: né di qua né di là. Anche perché, purtroppo, per ora, senza il PD non si va da nessuna parte.
Auguri.

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